Di nuovo alla Tate Modern, nel contesto della vecchia fabbrica elettrica in Southwark, non mi strappo i capelli per quello che ho visto.
Molti gli aspetti positivi, il contesto e la libertà di entrare e uscire (non mi stancherò mai di tornare su questo punto), alcune opere e sale di assoluto livello ma anche molte scelte che talvolta sembrano lì a riempire spazi, prive di stimoli ma soprattutto di idee, che è quello che si chiede alle forme d’arte più evolute.
Poca la pittura, sulla tela si fa tutto tranne che dipingere, poi si rimane in stato catatonico di fronte ad un olio graffiato di Alberto Giacometti (qui nella figura).
Comprensibile il progetto di ripartire le opere per periodi storici e correnti, in spazi dedicati, ma la Tate “unica” lasciava davvero stupiti.